Ca' priuli

Panoramica

Tipologia: Bed and breakfast
Indirizzo: Dolo, Via ettore tito
Responsabile: Laura Penzo
Animali: Non ammessi
Posizione: Città

LA STORIA DI CA' PRIULI, VILLA VENETA DI CHARME

A partire dal 1500, in estate, quando la città diventava troppo calda, le ricche famiglie di Venezia lasciavano i loro palazzi sul Canal Grande e salite su un’elegante gondola, si facevano condurre nelle residenze estive lungo il fiume Brenta. Arrivati a Fusina a remi prendevano una tipica barca del Brenta, Burcio o Burchiello, e risalivano il fiume in direzione di Padova, ma, essendo la corrente contraria, le barche venivano aiutate nella loro navigazione sia dalle vele che dal traino di cavalli che camminavano lungo le rive in appositi sentieri. Arrivati nelle loro dimore estive, realizzate dai più importanti architetti del tempo come Andrea Palladio e Vincenzo Scamozzi, passavano l’estate a sovrintendere ai raccolti nelle loro proprietà e a dare e partecipare a feste da ballo, concerti e commedie nelle ville, fino all’autunno inoltrato.

Nel corso dei secoli molti uomini illustri come Goethe, Casanova, D’Annunzio, Lord Byron, pittori famosi musicisti e cantanti hanno passato dei periodi di villeggiatura in queste ville, trascorrendo il tempo passando da una festa ad un’altra. Ancora oggi sono più di duecento le ville con i loro parchi costruite tra il ‘500 e l’800 che si affacciano lungo le rive del Naviglio del Brenta tra Fusina e Padova.

Cà Priuli, conosciuta come Palazzetto Zulian Priuli Parth, è una di queste dimore, costruita verso la seconda metà del 1500, il primo documento trovato che ne attesta l’esistenza è un catastico del 1661 nel quale viene descritto la villa con le dimensioni attuali, cioè avere una lunghezza di due “Burchiele che passa la brenta nova in loco ….” . Dai catastici si può vedere che la villa era circondata da vaste proprietà coltivate e da vigneti.

L’edificio si presenta come un tipico blocco compatto che si sviluppa su tre piani e rivela un linguaggio tipico della villa veneta cinquecentesca. Lo schema distributivo dei vani è imperniato sull’asse mediano del salone passante, sia al piano terra che al primo piano, i saloni distribuiscono le stanze poste ai lati, l’alzato è definito da due piani e dal sottotetto e propone una volumetria pressoché cubica, armoniosamente punteggiata da finestre. Sul lato Ovest la Barchessa a due piani serviva allo stoccaggio dei raccolti e fungeva da abitazione per i contadini.

Di notevole importanza per lo studio dei caratteri compositivi della facciata sono le due diverse soluzioni prospettiche sul lato Nord - Est e Sud - Ovest. A Nord Est, verso il Naviglio del Brenta, la facciata presenta per ogni stanza due finestre, mentre nel lato Sud Ovest un’unica finestra. Per contro il salone ha una doppia apertura a Sud Ovest ed una sola a Nord Est. I recenti restauri hanno però evidenziato che anche il lato Sud Ovest del salone del primo piano doveva avere una sola apertura e non una doppia con poggiolo come si presenta ora. L’aspetto attuale è stato modificato nel corso del ‘700 durante i restauri che hanno portato ad arricchire la villa del bellissimo pavimento in terrazzo alla veneziana in calce del primo piano.

E’ da notare che il lato Nord Est della villa, è più lungo di circa due metri rispetto al lato Sud Ovest, lo stesso vale per la barchessa, questa soluzione è da ascrivere alla volontà da parte del progettista e del costruttore di dare maggiore impatto visivo della proprietà per chi arrivava dal fiume.

La facciata principale della villa, verso il fiume, presenta anche accentuate correzioni prospettiche nelle erte delle porte e delle finestre, se si prolunga immaginariamente queste correzioni verso un punto di fuga si scopre che il punto di fuga è proprio nell’ansa del fiume verso Venezia, dove si trovava l’approdo della proprietà. Tutta la villa è stata quindi progettata e realizzata per permettere, a chi arrivava da Venezia navigando sul fiume, di cogliere la proprietà in un unico sguardo.

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