Nelle Rocche del Roero, tra fossili e tartufi nel basso Piemonte

Piemonte

IL ROERO (Cn). Il Roero è la porzione di colline che fiancheggia la sponda sinistra del Tanaro, fiume che separa i 23 Comuni del Roero dalle Langhe, fino a lambire le province di Torino e di Asti. Un territorio di passaggio, ancora oggi caratterizzato da una spiccata vocazione mercantile e di accoglienza antica di secoli. Qui le attività umane, le coltivazioni ed i borghi storici si inseriscono in una natura ancora selvaggia fatta di folta vegetazione ed aspre colline. Fu la nobile famiglia astigiana dei Roero a dare il nome al territorio, di cui nel Medioevo possedevano la maggioranza dei castelli e delle terre.

LE ROCCHE. Le Rocche, dove una volta c’era il mare.
Una frattura lunga 32 km solca il morbido paesaggio di colline del Roero: sono le Rocche, un insolito fenomeno geologico di erosione nato nella notte dei tempi, ma che continua ancora oggi e influenza la vita dell’uomo. Le Rocche costituiscono l’elemento paesaggistico più tipico della Sinistra Tanaro: selvagge e labirintiche, sulla loro origine il mito ha sempre usurpato il posto alla scienza. La leggenda vede in Belzebù in persona l’artefice di tale grandioso fenomeno. Si racconta infatti che alcuni castellani e feudatari delle terre poste alla confluenza tra Tanaro e Stura, desiderosi di sottrarsi alla soffocante presenza dei tiranni di turno, volessero erigere una potente roccaforte. Per renderla inespugnabile occorreva rimodellare ed innalzare il territorio, progetto impossibile alle umane forze: dalle acque del Tanaro emerse Belzebù, che, pattuita l’ovvia contropartita in anime, si mise al lavoro. Con un cesto ed una vanga grandi come non se ne erano mai visti, scavò con palate gigantesche le colline del Roero. E in una notte di infernale lavoro costruì così le Rocche del Roero. Dal fascino della leggenda a quello della geologia, gli studiosi hanno definito “cattura del Tanaro” l’evento che causò la graduale comparsa delle Rocche: circa 250.000 anni fa il Tanaro deviò il suo corso per l’opera di erosione di un altro fiume, causando una serie di sconvolgimenti molto forti nelle vallate di scorrimento. I corsi d’acqua del Roero cominciarono ad arretrare verso la nuova valle del Tanaro, incidendo con forre profonde e calanchi pittoreschi i terreni sabbiosi dell’Astiano. Ecco così aprirsi le Rocche, profonde voragini che possono raggiungere anche dislivelli di centinaia di metri. Questi territori erano un tempo fondali marini: per questo è possibile rinvenire ancora oggi fossili di conchiglie, ricci, pesci….ma quando la fortuna ci mette lo zampino, i ritrovamenti possono anche essere vere scoperte preistoriche: un esempio fra i tanti il recente mastodonte affiorato nel 2010 tra le sabbie di S.Vittoria d’Alba.
L’ecosistema delle Rocche è molto delicato: microclimi diversi coabitano in poche centinaia di metri di altitudine; pini e roverelle, tipici di una vegetazione secca, crescono in cima alle creste, mentre nel fondo dei burroni l’acqua stagnante crea habitat umidi e rigogliosi.

L'ECOMUSEO DELLE ROCCHE DEL ROERO. Per trasferire al visitatore tutto ciò, l’Ecomuseo delle Rocche del Roero ha creato una ragnatela di percorsi e Sentieri tematici ad anello riguardanti natura, geologia ,antropologia, arte, storia; tali Sentieri sono palinati e lungo il loro percorso sono esposte bacheche illustrative che aiutano il visitatore ad approfondire ed immergersi nei vari temi dell’identità del Roero (l’apicoltura, il tartufo, i castagni secolari, il gioco popolare, i fossili, ecc…). I Sentieri sono stati realizzati per una fruizione autonoma da parte del pubblico (le cartine e le tracce GPS sono scaricabili liberamente dal sito web dell’Ecomuseo), ma su richiesta si può usufruire del servizio di accompagnamento naturalistico sia in italiano che in lingua straniera.

ITINERARI CONSIGLIATI:

IL SENTIERO DELL'APICOLTURA – Montà d'Alba (Cn)
L’apicoltura è nel Roero, e soprattutto nei “paesi delle rocche”, una presenza storica.
Complice la morfologia, la natura dei terreni, il clima e la ricchissima flora (ben 950 sono le specie censite!), l’orgoglioso contadino che voleva “bastare a se stesso” ha escogitato l’attività apistica per “tirare avanti”.
Le specie floristiche esistenti e la particolare configurazione del territorio di Montà e delle Rocche, hanno creato un habitat adatto all’allevamento delle api che hanno potuto trarre dalla presenza dell’acacia e del castagno la materia prima per la produzione di un miele di ottima qualità.
Il Sentiero raccorda tra loro due apiari in muratura unici in Europa e direttamente riconducibili agli albori dell’apicoltura moderna.
Tali ciabòt-apiari sono una fondamentale documentazione sull’evoluzione storica, nel Roero e in Italia, delle tecniche di allevamento delle api e dei modi di produzione del miele, della propoli e della cera.
DATI:
LIVELLO: TURISTICO
MEZZI: A PIEDI
Lunghezza: 3.9 Km
Dislivello in salita: mt 180
Tempo percorrenza complessivo: h. 2,00
Punti acqua sul percorso: n. 2
Partenza da: Montà (Cn), Piazza V. Veneto.


IL SENTIERO DEL TARTUFO - Montà d'Alba (Cn)
Da sempre considerato il cibo degli dei, il Tartufo, ed in particolare il Tartufo bianco (detto Tuber magnatum Pico), rappresenta il fiore all’occhiello della “cultura della tavola” del Roero: in particolare quello delle Rocche, che viene considerato più profumato rispetto a quello rinvenuto in campo e che assume forme armoniche ed arrotondate grazie alla natura marnosa dei terreni.
Il sentiero del Tartufo si snoda lungo le piste ombrose dei trifolao, i cercatori del pregiato tartufo bianco delle Rocche, risalendo lungo vigne aggrappate a terreni sabbiosi e costellate dai ciabòt di tutte le forme in un percorso naturalistico ad anello.
Nelle sciolte ed asciutte sabbie del Roero, i tartufi acquisiscono caratteristiche particolari. Le sabbie delle Rocche conferiscono al fungo ipogeo una pregiata forma liscia e tondeggiante: una caratteristica che consente un’agile pulizia del tartufo stesso e che è per questo particolarmente apprezzata nei mercati e in cucina.
In cucina può essere usato in svariati modi: sui tradizionali tajarin, sui risotti alla piemontese, sulla fonduta e su svariati altri piatti.
DATI:
LIVELLO: TURISTICO
MEZZI: A PIEDI
Lunghezza: 4.7 km
dislivello in salita 170m
tempo di percorrenza 2h
punti acqua sul percorso 2
partenza da Montà, P.za Vittorio Veneto.


IL SENTIERO RELIGIOSO – Montà d'Alba (Cn)
Da sempre la religione ha avuto una particolare importanza a Montà: su una superficie di poco più di 26 Kmq. si contano ancora attualmente 7 chiese, 16 cappelle, 12 piloni votivi, un Sacro Monte.
Il Sentiero Religioso ripercorre l’antico percorso che dal centro di Montà va al Sacro Monte, popolarmente chiamato “Santuario dei Piloni”, (XVIII secolo). Qui, su preesistenze romane e alto medievali si snoda il percorso della Via Crucis: quattordici cappelle con gruppi statuari e un Santo Sepolcro sul modello della tradizione Lombardo Piemontese (Varallo Sesia, Crea). Le processioni ed i pellegrinaggi al Santuario dei Piloni costituiscono eventi storici, in quanto il Sacro Monte era luogo di devozione e culto fin da tempi molto antichi.
Attraverso una cartellonistica bilingue, il Sentiero fornisce informazioni sull’universo composito di credenze, tradizioni, ricorrenze, comportamenti della religiosità popolare locale.
DATI:
LIVELLO: TURISTICO
MEZZI: A PIEDI, MTB, CAVALLO
Lunghezza: 5.7 Km
Dislivello in salita: mt 170
Tempo percorrenza complessivo: h. 2,00
Punti acqua sul percorso: n. 2
Partenza da: Montà, Piazza V. Veneto.

[ Autore: Olga Scarsi ] Pubblicato: 02/02/2012 Letto: 4330 volte