Sul Monte Amiata alla scoperta del Piccolo Tibet

Toscana

In Toscana, tra la Maremma, la Val D'Orcia e il lago di Bolsena, esiste un posto magico, crocevia di antiche culture e tradizioni spirituali diverse, dalla natura incontaminata e a tratti ancora primitiva. È il Monte Amiata, la cui origine già dà i brividi: un vulcano di epoca quaternaria, oggi spento. Di qui il nome "Merigar" - letteralmente, luogo della montagna di fuoco - che Namkhai Norbu diede al centro di cultura e spiritualità tibetane che nel 1981 venne a fondare proprio qui, nel Comune di Arcidosso (GR), ai piedi dell'Amiata. Con lui, una ventina di suoi studenti, molti dei quali provenienti dall'Università Orientale di Napoli, dove Norbu era approdato negli anni 60 come insegnante, su invito del professor Tucci. Oggi Merigar è meta di migliaia di persone ogni anno, provenienti da tutto il mondo; ha un Gonpa (tempio) affrescato da settecento posti, una biblioteca con preziosi testi sacri, diversi monumenti; e rappresenta il cuore di un'organizzazione da oltre 10.000 soci sparsi per il globo.
Cosa si fa a Merigar? Si insegna e impara lo Dzogchen (www.dzodchen.it), vertice del buddismo tibetano, di cui il professore Norbu è in realtà il più insigne esponente contemporaneo. Ma ciò non inganni: qui la religione non c'entra. Lo Dzogchen può essere appreso e praticato da chiunque, qualsiasi credo o convincimento si abbia, senza bisogno di atti di fede, abiure o cambiamenti d'alcun genere del proprio stile di vita. Semplicemente, si applicano nella quotidianità i metodi sviluppati nei millenni da esseri "illuminati" di varie epoche e luoghi, tramandati ininterrottamente di Maestro in Maestro fino ai giorni nostri, per ritrovare in sé quella chiarezza, quella felicità perdute chissà come, chissà quando, che ci appartengono di diritto.
Chi volesse ritemprare corpo e mente in questi luoghi d'incanto, nel periodo estivo avrà una bella occasione: Merigar compie trent'anni, e per l'occasione proporrà una rassegna di spettacoli, conferenze a tema ed eventi culturali e artistici che si terranno tra il 15 e il 18 luglio ad Arcidosso, Castel del Piano e Santa Fiora, i tre Comuni del grossetano che hanno accolto la Comunità e che con lei sono in più stretto dialogo(www.merigaranniversary.org, www.merigar30blog.com).
Il programma prevede tre serate di spettacolo con artisti come Roberto Cacciapaglia, il Coro dei Minatori di Santa Fiora, il Circo Garuda di Praga, la concertista Daniela Manusardi; una nutrita serie di eventi culturali, tra cui mostre (da segnalare "Primo Centro" al Castello di Arcidosso, curata da Alessandra Bonomo, www.bonomogallery.com), proiezioni, mini-conferenze a tema; e poi pubbliche dimostrazioni di Yoga Tibetano e di Danza del Vajra, uno stand gastronomico di cucina internazionale guidato dalla celebre chef messicana Monica Patiño, un annullo filatelico creato per l'occasione.
"La Gioia di Essere Qui" avrà il suo prologo alle 19 del 14 luglio a Castel del Piano con il reading di Giuseppe Cederna che segnerà l'apertura della mostra "Tibet. Art. Now.", organizzata dalla Ong ASIA (www.asia-onlus.org). Venerdì 15 luglio inaugurazione del monumento "Alla Pace" - dono della Comunità Dzogchen alla cittadinanza di Arcidosso - alla presenza dell'assessore regionale all'ambiente Annarita Bramerini e Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto. Fino a domenica 17, poi, sarà un susseguirsi continuo di iniziative spettacolari e culturali. E lunedì 18 grande festa finale a Merigar, per chiudere in bellezza quello che si prefigura come uno dei principali appuntamenti dell'estate toscana.

Pubblicato: 24/06/2011 Letto: 7038 volte