Diario di viaggio in Burkina Faso
Burkina Faso
Burkina Faso, Agosto/Settembre 2003. Viaggio nel paese degli uomini integri
Seguendo un richiamo inspiegabile verso una terra sconosciuta ma che sentivo affascinante quest’estate ho partecipato (e questo non era altro che un pretesto) ad uno stage di percussioni, organizzato dall'associazione Siraba, a Bobo Dioulasso presso il centro di formazione artistica ed artigianale Desirè Somè. Li sono stato accolto dalla gente del posto con grande calore lasciandomi trasportare senza timore e spesso senza essere perfettamente padrone del tempo e dei luoghi in cui mi andavo a trovare. Un viaggio nella profonda africa è indubbio, ti cambia la vita e ti da enormi motivi di riflessione, ti spinge a guardarti dentro fino a spingerti a delle profondità che neanche tu stesso puoi immaginare possano esistere. E' uno schiaffo a livello emotivo e a livello psicologico, è un riscoprire sensazioni umane primordiali, dimenticate e dormienti. Sarebbe difficile spiegare in poche righe tutto ciò che ho provato ma ho scritto una poesia che rappresenta e razionalizza in pochi versi pochi dei miei pensieri. All'inizio erano entusiasmo, la gioia e soprattutto la curiosità di visitare una parte di mondo inesplorata dove le premesse erano di buon auspicio, il desiderio di intraprendere questo viaggio da solo e così l'ho voluto, per me stesso.. per maltrattare ancora un pò la mia esistenza, per porre ennesimi dubbi alla pacifica convivenza tra anima e cuore. Quando apri gli occhi arriva lo stupore... arrivano immagini che non possono essere elaborate dal cervello perchè completamente sconosciute, così lontane dalle fondamenta che hanno costituito per degli anni la tua esistenza. Arriva poi l'angoscia per la povertà, la quantità innumerevole di bambini visivamente malnutriti, la gente che vive per le strada di stento. Piano piano poi sono altri i sentimenti che prevalgono, il sorriso di chi prende acqua in testa, di chi non ha mangiato, di chi avrebbe motivi reali di sofferenza ti sconvolge a tal punto da farti riflettere enormemente. La teatralità, la gioia ed un immenso senso pratico t fanno rinascere con uno spirito diverso e alla terra rossa ti abbandoni "libero d'ogni granello della tua meschina individualità" e più il tempo passa e più sei contento di vivere con il cuore rosso argilla. Poi arriva il momento di partire e vorresti che non fosse vero. Ricordo di essere stato sereno fino al momento in cui sono salito sull'ultimo Taxi in compagnia delle mie due guide (Sita e Bintou) e li non sono riuscito a trattenere il pianto che mi ha accompagnato praticamente in quei 350km che separano Bobo-Dioulasso da Ouagadougou. Poi muori e rinasci un'altra volta ma è un'esistenza nuovamente diversa, tutto ciò che hai fragilmente costruito in 3 settimane si smonta un'altra volta e il cervello esplode in minuscoli brandelli d'argilla come per una crisi di rigetto. Estirpi un fiore che non puoi trapiantare in un posto che non sia la sua terra natia, puoi conservare il ricordo nel cuore. Scorrono quindi lacrime senza preavviso.. attimi, ricordi (una foto, una canzone) ad innaffiare quei fiori che hai piantato in un angolino nascosto del cervello dove nessuno potrà MAI arrivare a cancellare tutto ciò che ti è stato regalato. Non dimenticherò di non essermi mai sentito solo, di non essermi mai sentito in pericolo nè fisicamente nè tantomeno psicologicamente Conclusione: Spero che questo piccolo frammento di rosso argilla vi abbia incuriosito a visitare un mondo così lontano ma che è nascosto dentro ognuno di noi ed aspetta solo di essere svegliato. È tempo di osservare, scrutare, cercare di entrare piano in questo nuovo mondo; entrare poco a poco senza far rumore per poi rendersi conto - d’un tratto - di essere lì da sempre.
Rossa la pioggia:
Rosso il cuore,
entusiasmo, gioia
immensa curiosità.
Rossa la terra
angoscia.. confusione, terrore.
Ti abbandoni ad essa
libero d'ogni granello della tua meschina
individualità.
Nella stagione delle pioggie,
Nascon fiori d'un gambo maestoso
Troppo presto li hai estirpati..
Minuscoli brandelli d'argilla
spogli, disassemblati,
privi della loro naturale armonia.
Rossi gli occhi,
scorrono lacrime..
[ Autore: Andrea Garbato ] Pubblicato: 08/09/2003 Letto: 2496 volte