Sicilia ospitale
Sicilia
Diario redatto da Grazia e Gino, nostri compagni di viaggio ! 28 luglio 2000; partenza ore 15 e 30 con la pioggia, ma via via ci si allontana da Trieste, il tempo migliora! Superata Venezia senza alcun problema, abbiamo cominciato a percorrere la Romea che per nostra fortuna non è trafficata; dopo Cesena abbiamo imboccato la E45 che anche se con un fondo pessimo, è una strada molto bella sia per l'assenza di traffico che per la localizzazione in mezzo a lussureggianti colline e deliziosi paesini. Alle 22 dopo esserci fermati per la cena, abbiamo trovato un ottimo punto sosta a Città di Castello, graziosa cittadina umbra circondata da mura. La vista di campanili illuminati ci ha invogliati a visitare questa bella cittadina, che se dall'esterno sembrava addormentata, appena superate le mura ci è apparsa piena di movimento, di locali affollati e musica in piazza. Abbiamo passato una notte tranquilla, ed al mattino siamo ripartiti alla volta di Tarquinia, dove abbiamo visitato la necropoli etrusca. E' stata una visita molto interessante che ci ha permesso di vedere delle tombe riccamente dipinte. La visita di Cerveteri è stata anche più soddisfacente, sia per quantità e varietà di tombe, sia per la loro imponenza che per la bella posizione in cui si trovano. Quella che abbiamo visto è una vera e propria città dei morti, la cui visita raccomandiamo a tutti coloro che si troveranno a passare da queste parti. La strada fino alla bellissima Sperlonga, dove abbiamo passato la notte, è purtroppo in un deludente stato d'abbandono, ma la vista della bianca cittadina abbarbicata sulla montagna, ci ha ripagato d'un viaggio piuttosto disagiato. Dopo aver trovato (grazie a Plein Air) il punto sosta non segnalato e dopo aver cenato, siamo andati a passeggiare per il paese che con le sue scalinate, i vicoletti affollati, le piazzette e gli splendidi belvedere ci ha deliziato fino al rientro per la notte. Il 30 luglio riprendiamo la strada per Pompei, qui giunti abbiamo preso posto al campeggio omonimo. Dopo aver pranzato, con la Circumvesuviana, siamo andati ad Ercolano dove abbiamo visitato gli scavi. Purtroppo dobbiamo dire che se non si interverrà in maniera incisiva nella manutenzione di questo sito, si rischierà la rovina di questo importante tesoro archeologico e questo vale anche per le tombe di Tarquinia.. Tralasciamo la visita degli scavi di Pompei in quanto già visti in viaggi precedenti. Il giorno 31 prendiamo l'autostrada Salerno - Reggio C. fino a Lagonegro. Da qui dirigiamo verso il mare, e la strada che all'inizio è stretta e trafficata, scendendo migliora offrendoci panorami stupendi. Siamo a Praia a Mare la quale dalla pendice del monte, ci appare come una gemma incastonata su di un mare viola con di fronte l'isola di Dino ed una spiaggia curata e poco affollata. Proseguiamo lungo la strada costiera, che fino a Diamante, transita fra paesaggi e panorami bellissimi, ed arriviamo a Tropea che attraversiamo con difficoltà causa le strade strette ed il traffico. Giunti a Ricadi di Capo Vaticano, affrontiamo una discesa vertiginosa che ci porta alla spiaggia del campeggio "La Scogliera", la cui vista ci ripaga delle fatiche odierne. Siamo anche fortunati, perché riusciamo a sistemare i camper a pochi metri dalla spiaggia, con una vista stupenda su un mare dai colori che variano dal verde al blu, al viola. Al tramonto, le sagome di cinque delle sette isole che formano l'arcipelago delle Eolie, si stagliano all'orizzonte. Sullo sfondo del cielo che il sole ha incendiato, riconosciamo Stromboli, Panarea, Salina ed ancora Lipari e lontano lontano Vulcano. 1 agosto, Gino si è alzato all'alba ed è andato a nuotare, anch'io oggi sono andata in acqua nonostante il mare sia molto agitato, e sono anche caduta fra l'ilarità generale. M.Rosa ed Enzo, che domani festeggiano i loro 25 anni di matrimonio, ci hanno invitati a cena. Nel ristorante del campeggio, abbiamo mangiato del buon pesce e bevuto dell'ottimo limoncello. Mentre cenavamo, dalla finestra abbiamo assistito ad uno dei più bei tramonti che io abbia mai visto; il sole s'immergeva piano piano in mare, all'orizzonte Stromboli ed una piccola falce di luna bianca che saliva in un cielo da colori indescrivibili. 2 agosto, lasciamo questo piccolo paradiso e facciamo rotta per la Sicilia. Un colpo di fortuna ci fa prendere in dieci minuti a Villa S. Giovanni, il traghetto per Messina. Dopo brevissima traversata ed attraversamento di Messina, prendiamo l'autostrada per Palermo, ma ben presto ne usciamo per dirigerci a Tindari dove su un promontorio sorge il sito archeologico di Tindarys. Fondata da Siracusa nel 396 a.C. prosperò sotto i romani e fu distrutta nel IX sec. dagli arabi. Bellissimo il teatro con vista su un mare di smeraldo ed interessanti le terme e le rovine del tempio che delimitava l'agorà. La sera entriamo in un campeggio nei pressi di Capo d'Orlando. La cena ha avuto un risvolto esilarante, infatti la bottiglia di Champagne conservata con tanta cura da Mery nel freezer, avvolta in più strati protettivi che doveva servire per brindare alle loro nozze d'argento, al momento di stapparla è quasi scoppiata fra le mani d'un attonito Enzo, inondando con una granita del prezioso vino tutti noi. Il 3 agosto, dopo aver attraversato la bella Cefalù, raggiungiamo il sito archeologico di Solunto, antica città fondata dai fenici. Solunto fu base cartaginese durante le guerre puniche, nel 254 a.C. si arrese ai romani ed in seguito venne abbandonata dagli abitanti. Posta in magnifica posizione su un promontorio del monte Catalfano ci ha interessato moltissimo per l'ottimo stato delle sue strade, per la gran quantità di cisterne sotterranee che garantivano alla città l'approvvigionamento d'acqua e per le molte testimonianze musive. Una visita veramente gratificante. Imboccata di nuovo la strada costiera, raggiungiamo Palermo dove seguendo le numerosissime indicazioni troviamo un camper service posto in ottima posizione. Nel prezzo (£ 36000) oltre alla sosta, abbiamo la possibilità di effettuare tutte le corse che vogliamo con tutti i mezzi pubblici della città, e proprio davanti al camper service c'è il terminal dei bus. Il mattino del giorno 4, prendiamo l'autobus per piazza Politeama, poi con un secondo giungiamo a piazza Indipendenza dove nel Palazzo dei Normanni visitiamo la bella cappella Palatina. Poi andiamo a S. Pietro degli Eremiti e quindi al mercato Ballarò, trovato quasi per caso. Il mercato, pur essendo posto in un quartiere alquanto degradato, ci ha catturati per i suoi colori e per i loquaci e disponibilissimi venditori. Banchi pieni di pesce freschissimo, baracche ricolme di verdure, altre di cianfrusaglie varie che riempiono gl'occhi, ma ciò che colpisce di più è l'affabilità della gente. Usciti da Ballarò, andiamo a piazza Pretoria dove però la stupenda fontana è completamente recintata e quindi quasi invisibile, quindi ci dirigiamo ai quattro Canti dove ancora una volta abbiamo dovuto rammaricarci per il degrado dei bei monumenti palermitani. Infatti le quattro case concave che cingono la piazzetta sono in condizioni a dir poco disastrose, con le sculture che si sgretolano ed il tufo annerito che di più non si può. Dopo la visita della cattedrale, con l'autobus 384 andiamo a Monreale ( fermata davanti al duomo). Prima della visita ci riposiamo un po' all'ombra dei grandi alberi del belvedere, quindi entriamo nel chiostro dove possiamo ammirare le centinaia di colonnine decorate ognuna diversamente dalle altre.Visitiamo quindi il duomo con i suoi meravigliosi mosaici, purtroppo la luce pomeridiana che filtra attraverso il rosone e le finestrelle laterali, non è sufficiente per mettere in risalto come meriterebbero queste splendide opere. Il 5 agosto lasciamo Palermo e dirigiamo verso Segesta per ammirare il bellissimo tempio dorico, che per la sua collocazione solitaria in mezzo alle colline, e per lo splendore del suo colonnato riesce a darti una grande emozione. Poi rifacciamo la s.s.187 in direzione di Castellamare del Golfo, che ammiriamo dall'alto racchiusa in una splendida baia dal mare blu. Tentiamo di raggiungere l'ingresso sud della riserva dello Zingaro, ma la strada stretta e tortuosa è intasata di macchine posteggiate, proseguiamo sperando di non incontrare automobili che transitano in senso contrario, ma giunti alla meta non c'è neanche un buco dove stazionare, facciamo quindi dietrofront e torniamo sulla 187 che percorriamo in direzione di Castelluzzo.
...Dopo un paio d'ore (pranzo e riposino compresi) siamo al golfo di Cofano, raggiungiamo la scogliera e sostiamo. Altri camper sostano lungo la costa, ma lo spazio è talmente vasto che la cosa si nota appena. Un'ora dopo il nostro arrivo, un contadino con la cinquecento, ci rifornisce di ottimo olio, uva nera, fichi, mandorle e pomodoro, tutto a buon prezzo. Passiamo la serata ad ammirare le stelle con il rumore delle onde che s'infrangono sulla scogliera ed appagati da una deliziosa cenetta a base di pesce spada e calamari ai ferri comprati nel mercato di Palermo. 6 agosto, all'alba Gino è già in piedi, ma neanche lui si fida di fare il bagno, onde troppo forti spazzano la scogliera. Trascorriamo una bellissima giornata, interrotta ogni tanto dalla visita di vari ambulanti tra cui il nostro premuroso contadino che ci porta anche il pane e le sigarette per Mery. Alla sera, prima di cena, c'è il rito dell'aperitivo che ci concediamo solo in vacanza: patatine, olive verdi, pistacchi, gin tonic e qualche volta tartine con il salmone o con il mio tzatzichi. Seguono cenette sempre speciali, speriamo di non ingrassare ulteriormente! Il giorno 7 con un po' di rammarico lasciamo questa scogliera e visitiamo in fretta S. Vito lo Capo quindi riprendiamo la strada per Erice. Mano a mano che saliamo verso la città, la vista si allarga sulla costa che ci appare in tutta la sua bellezza. Visitiamo Erice, facciamo qualche spesuccia nei negozietti sparsi nei vicoli e via verso Trapani dove possiamo ammirare le saline con i caratteristici mulini a vento e le abbaglianti montagnole di sale. Arrivati allo "stagnone" di Marsala, parcheggiamo i camper e prendiamo una barca che attraverso altre saline ci conduce all'isola di Mozia. Fu questo un antico insediamento fenicio, che era collegato alla terraferma da una strada che correva appena sotto la superficie del mare (ancora esistente). Del sito rimane la necropoli e parte delle mura sulle quali si apre la porta settentrionale ove avvennero i combattimenti più cruenti fra greci e cartaginesi. Attratti a passare una notte in un classico Baglio siciliano, anche perché i serbatoi sono vuoti ed i gabinetti pieni, ci dirigiamo al Baglio della Vajarassa dove un gentilissimo padrone di casa ci mette subito a nostro agio. Il Baglio è una masseria ove si lavora il vino ed il nome Vajarassa, deriva dal fatto che nei tempi passati probabilmente avranno allevato delle belle e floride vacche. La sera, attorno ad una lunga tavolata sotto un fresco pergolato d'uva, con altre dodici persone fra ospiti e padroni, ceniamo ottimamente (pasta con zucchine e peperoni e pasta con uova di menola). Ci siamo intrattenuti molto piacevolmente con persone provenienti da tutte le parti d'Italia e dopo cena un ottimo Marsala invecchiato dieci anni, ci ha conciliato un sonno profondo. 8 agosto, il signor Dino, che già da un po' girava per accudire gli animali e l'orto, ci regala dei profumatissimi peperoni e ci fa visitare un piccolo museo del lavoro contadino allestito nella ex stalla. Salutiamo tutti e via verso Marsala, Mazara del Vallo e Selinunte fra paesaggi bellissimi, colline digradanti verso il mare blu cobalto e paesini caratteristici. Dopo la visita del sito archeologico di Selinunte, proseguiamo per Sciacca e Capo Bianco, qui saliamo sul promontorio dove sorgeva Eraclea Minoa, la vista è bellissima, però decidiamo di proseguire verso Capo Rossello. Arriviamo in un centro abitato e non vediamo più alcuna segnaletica che indichi la direzione per Capo Rossello, lo chiediamo ad un passante e questi (un ex carabiniere) molto gentilmente prende la sua automobile e ci fa strada. Ci conduce ad un punto sosta ricavato su un terrapieno appartenente ad una pizzeria, posto a pochi metri dalla spiaggia. Ci accordiamo con il proprietario che ci offre la sosta, l'uso dei servizi e la possibilità di scaricare e di fare il pieno d'acqua alla modica cifra di 15000£. Una lunghissima spiaggia costeggia a perdita d'occhio l'altura che con un alto dirupo la cinge alle spalle. La sosta s'annuncia piacevole. La sera andiamo a cena ed ascoltando la musica del piano bar, ci gustiamo un'ottima pizza. 9 agosto, nel piccolo porticciolo sulla spiaggia, arrivano i pescatori e Gino compra del pesce che questa sera cuoceremo sulla griglia. Trascorriamo la giornata in totale relax, prendendo il sole e facendo il bagno nell'acqua splendida anche se un po' fredda. 10 agosto, io e Gino ci alziamo prestino ed andiamo a fare il bagno, una miriade di pesciolini viene a nuotare attorno a me forse incuriositi dalla mia presenza, poi recuperiamo Enzo e ci facciamo una lunga camminata d'un paio d'ore lungo la spiaggia sul bagnasciuga fino a raggiungere "la scala delli turchi", bianco costone roccioso a gradoni a picco sul mare. Prima di tornare al camper, lungo bagno nel mare invitante e folcloristica chiacchierata con un pescatore di polipi che con la sua fiocina, passo dopo passo scandaglia la costa, ed è prodigo di aneddoti ed anche di ricette. Nel pomeriggio ripartiamo, seguiamo la costa fino a Porto Empedocle e dopo qualche chilometro siamo ad Agrigento. Dopo aver sistemato i camper in un posteggio ricavato nella campagna proprio sotto il tempio della Concordia (£10000), ci avviamo verso la Valle dei Templi la cui entrata dista un centinaio di metri. Osserviamo la necropoli, il tempio della Concordia, quindi saliamo il pendio che conduce al tempio di Giunone e da lassù vediamo uno degli spettacoli più belli che questa terra dispensi: il tramonto del sole sulla valle. I suoi raggi illuminano le svettanti colonne doriche, gli architravi fregiati ed i timpani, dando loro un caldo colore dorato che viene ancor più accentuato dall'accensione d'innumerevoli fari posti in posizioni strategiche. Dalla collina ove giace il tempio di Giunone con le sue venticinque colonne levate al cielo, la vista spazia giungendo al tempio della Concordia e poi giù fino alla tragica essenzialità del tempio di Ercole ed al mare. Tornando indietro, ci fermiamo quasi in raccoglimento davanti al tempio della Concordia, ed ammiriamo la luna invidiandola per aver visto nei secoli passati lo splendore di questi luoghi. L'11 agosto, di buon mattino ci rechiamo a visitare la parte della valle a pagamento. Vediamo le rovine di quello che fu uno dei templi più grandi, se non il più grande, dell'antichità: il tempio di Giove. Questo edificio misurava infatti come un campo di calcio (m111,45 x 56,30) ed era alto 42 metri circa. Al museo si può ammirare uno dei telamoni (nel perimetro del tempio ne giace distesa una copia), figure di giganti portatori che all'esterno dell'edificio a partire da una certa altezza, riempivano lo spazio e sostenevano il peso della trabeazione, essi erano alti ben 7,65 metri. Più avanti vediamo il tempio dei Dioscuri e vari altari che venivano usati per i sacrifici. Durante il ritorno ai camper, M.Rosa scivola sulla strada dissestata procurandosi una distorsione alla caviglia, la cosa non sembra grave quindi ripartiamo, ma giunti ad Enna, la caviglia è gonfia come un melone, perciò sostiamo in una piazzetta sotto le mura del castello dei Lombardi e chiamiamo il 118. Con nostra grande meraviglia, l'ambulanza arriva al posteggio dopo pochi minuti, preleva M.Rosa e la porta all'ospedale. Per fortuna non le viene riscontrata alcuna frattura, ed un paio d'ore dopo è già di ritorno. Riprendiamo la strada e nel tardo pomeriggio arriviamo a Piazza Armerina dove a causa di una carente segnaletica, ci ritroviamo a transitare attraverso dei vicoli strettissimi e con i poggioli talmente bassi d'aver paura di toccarli con il tetto dei camper. Finalmente riusciamo a districarci e possiamo così giungere alla famosa villa del Casale. Sostiamo nel parcheggio antistante gli scavi, e trascorriamo una bella serata al chiaro di luna, rinfrescata da una piacevole brezza ed in un silenzio assoluto. 12 agosto, siamo mattinieri così da poterci gustare la visita della villa in santa pace, infatti per qualche ora siamo gli unici visitatori. I mosaici d'eccezionale bellezza stanno purtroppo perdendo la vivacità dei colori, causa l'effetto serra prodotto dalle coperture in plexiglas. Speriamo vengano prese delle misure atte a salvare i magnifici mosaici che fanno di questo sito un vero patrimonio dell'umanità. Da Piazza Armerina, per una strada panoramica che ci permette di vedere in lontananza l'Etna col caratteristico pennacchio di fumo, raggiungiamo Caltagirone. ..Fa caldo, ma io ed Enzo andiamo lo stesso a visitare il centro storico della bella città delle ceramiche e possiamo apprezzare le facciate dei palazzi barocchi e la lunga scalinata di maiolica. Da Caltagirone, per strade secondarie ritorniamo sulla costa e nei pressi di Donna Lucata sostiamo in un'area attrezzata. L'area trasformata quasi in un campeggio è pessima, c'è molta più gente di quanta ne potrebbe realmente contenere, la spiaggia però è carina e quindi decidiamo di fermarci per far riposare Mery. Il 13 e 14 agosto sono giornate dedicate ai bagni, al riposo ed alle chiacchiere con i vari vicini. 15 agosto, percorriamo una strada costiera molto trafficata che ci conduce a Pachino, superato questo paese dirigiamo verso Noto, bella cittadina ai piedi dei monti Iblei. Trovato posteggio al fresco d'un viale alberato, Enzo ed io raggiungiamo il centro, mentre Mery e Gino rimangono nei camper a riposare. Superata la porta Nazionale, ci ritroviamo nel corso V. Emanuele, il quale si allarga formando tre piazze in successione. Da queste piazze si dipartono delle strade in salita lastricate in pietra e fiancheggiate da bellissimi palazzi dalle facciate barocche. Il duomo è purtroppo nascosto dalle impalcature e riusciamo a vedere soltanto il moncone della cupola crollata almeno quattro anni fa. Finita questa frettolosa visita, riprendiamo la strada che passando per Avola e Cassibile ci porta a Siracusa, dove troviamo un ottimo punto sosta dietro la capitaneria di porto sull'isola di Ortigia (previo permesso d'un gentile ufficiale di marina). Doccia rapida e via verso il centro storico che raggiungiamo salendo per strette viuzze caratteristiche. Arriviamo nella bella piazza del duomo, circondata da edifici barocchi e sovrastata dalla mole della chiesa eretta nel VI° sec. sopra un tempio dorico dedicato ad Athena del V° sec. a.C. Seduti al cospetto di tanta magnificenza, ci gustiamo una buonissima granita al limone, godendo del fresco venticello, che qui in Sicilia, fortunatamente non ci lascia mai. Scendiamo verso il mare ed arriviamo alla piazzetta dove si trova la fonte Aretusa, famosa sorgente d'acqua dolce celebrata da Pindaro e Virgilio. Oggi è ferragosto e sul lungomare c'è una gran folla che festeggia la Madonna. Dopo la Messa, prende avvio una processione di decine e decine d'imbarcazioni al seguito della statua della Vergine. Al rientro ai camper, dopo una buona cenetta, assistiamo da una posizione davvero privilegiata, all'esplosione di bellissimi fuochi d'artificio. 16 agosto, nottata tranquilla e sveglia con i ragazzi della capitaneria grazie alla voce poderosa di un sergente, che intercalando urla e parolacce, ha buttato tutti giù dalle brande noi compresi. Alle otto e trenta siamo già davanti al teatro greco e dobbiamo aspettare l'apertura per poter entrare. Purtroppo la cavea come anche la scena è per buona parte ricoperta da tavolati di legno per permettere le rappresentazioni teatrali. Visitiamo poi le "latomie del paradiso" dove giganteggia l'ingresso della caverna detto "l'orecchio di Dioniso", quindi la degustazione d'un'eccellente granita alle mandorle, conclude il nostro soggiorno a Siracusa. La statale 114 ci porta a Catania dove sostiamo in un campeggio alla periferia della città. Il campeggio è sovraffollato, ma per una notte decidiamo di adattarci, anche perché trovarne un altro non è facile. Nel pomeriggio con un taxi raggiungiamo la piazza principale, splendido cuore della città con la fontana dell'elefante, su cui s'affaccia il palazzo municipale ed il duomo di Sant'Agata. All'interno del duomo assistiamo all'ostentazione del velo della Santa. Ceniamo in un locale sulla via Etnea, bellissima strada fiancheggiata da stupendi palazzi e chiese, e sullo sfondo il Mongibello. Ci rechiamo poi in via dei Crociferi, che ci offre uno spettacolo unico. In un breve tratto di strada, un'alta concentrazione di chiese, conventi e palazzi monumentali fra i più belli visti in Sicilia. Il barocco più suntuoso, illuminato dai lampioni e dalla luce lunare nella tiepida serata catanese, lascerà nella nostra mente un ricordo indelebile. Il 17 agosto siamo nuovamente in viaggio, la nostra meta è l'Etna. Superata Nicolosi, iniziamo a salire lungo una strada tortuosa. Dalle zone coltivate passiamo a quelle boscose, e dopo pochi chilometri ci ritroviamo in un paesaggio spettrale ed affascinante. La vegetazione ha lasciato il posto al deserto più completo, vecchie colate laviche scese lungo i fianchi della montagna, hanno costruito delle sculture dalle forme astratte. Giunti al rifugio, Gino ed Enzo decidono di salire ancora più in alto, mentre io e Mery (che non può ancora camminare bene) rimaniamo in zona. Al ritorno, i ragazzi sono molto soddisfatti della loro gita, e per souvenir recano un sacchetto di lapilli ancora caldi. Dopo pranzato scendiamo verso Zafferana Etnea, da qui proseguiamo per Linguaglossa, quindi per una strada panoramica arriviamo a Castiglione di Sicilia, grazioso paese arroccato sulla montagna che domina la valle dell'Alcantara. Trovato un bel posteggio, trascorriamo la notte. 18 agosto, siamo quasi i primi all'ingresso delle gole dell'Alcantara. Scendiamo una scalinata e raggiungiamo il greto sassoso del fiume, il quale si è fatto strada erodendo gli strati lavici del terreno a ridosso dell'Etna. Camminando fra pareti scoscese con l'acqua gelida fino alle ginocchia, raggiungiamo la parte più turbolenta del fiume, dove l'acqua è anche più profonda e ricade in piccole cascatelle. Più tardi, con un ascensore risaliamo al posteggio e ripartiamo verso Taormina. Il terribile caos che troviamo a Naxos e Taormina, ci fa desistere dal fermarci per una visita. Seguiamo la costa finché a S. Teresa di Ruva troviamo un bel posteggio in riva al mare. Il 19 agosto dopo un bel bagno ed una passeggiata sulla spiaggia solitaria, ripartiamo in direzione di Messina dove c'imbarchiamo per Villa S. Giovanni. Dal traghetto un ultimo sguardo alla Sicilia, terra meravigliosa dai contrasti affascinanti; palazzi stupendi e vicoli fatiscenti, città moderne e paesini fuori dal tempo arroccati sui monti, la maestosità e la violenza del vulcano e la pace idilliaca delle campagne e delle spiagge. I colori sono poi l'essenza stessa della Sicilia, il mare blu e le spiagge dorate, il verde degli ulivi, l'ocra di una terra assetata, i rossi ed i rosa smaglianti delle bouganville, la nera vetta dell'Etna che si leva prepotente dai boschi di castagni ed il giallo antico dei suoi templi che si alzano nella luce a sfidare il tempo. Ricorderemo sempre con piacere la spontanea disponibilità e simpatia delle sue genti. Ciao Sicilia!
Pubblicato: 28/07/2000 Letto: 868 volte