Viaggio tra i vini del Bel paese
Italia
L'Italia è il paese delle molte attrattive. Sono molteplici gli aspetti che ogni anno attraggono migliaia di turisti stranieri e italiani alla scoperta dei suoi stupendi paesaggi e delle sue città d'arte.
La natura della nostra penisola offre vari scenari dal grande fascino. In alcuni casi è una natura incontaminata, caratterizzata dall'azzurro intenso del mare e dal bianco dei ghiacciai dolomitici o dal verde smeraldo dei pascoli alpini e da quello scuro delle colline umbre e toscane; in altri casi la natura è modellata dall'uomo e la terra lavorata diventa comunque paesaggio, come nel caso delle macchie di colore delle coltivazioni marchigiane.
La natura in Italia si intreccia con l'arte praticamente in ogni suo angolo. Così sulla sommità delle colline spuntano borghi medioevali e luoghi incantati che solleticano la fantasia e, sollecitando la memoria, evocano luoghi e civiltà antiche.
Ma l'Italia è anche il paese dei sapori. Conosciuta ovunque per la sua cucina e i suoi piatti tipici, si apre al mondo anche con i suoi vini pregiati.
Il vino rappresenta l'anello di congiunzione tra natura e memoria storica. Attraversando la penisola lo sguardo si imbatte in un paesaggio fatto di un continuum di vigneti, che si alternano e si susseguono nelle diverse varietà d'uva. La coltivazione dell'uva mantiene ancora un rapporto stretto tra uomo e natura, in cui l'uomo mette la sua secolare passione, che si prolunga nella sua lavorazione fino a trasformarla in vino. Il vino non è semplicemente una bevanda od un prodotto alimentare, ma raffigura un pezzo di storia e di cultura Nazionale per ogni consumatore. Il vino con i suoi accattivanti colori, i suoi affascinanti profumi e le sue infinite sfumature di sapore evoca e rappresenta un mondo di significati, di sensazioni e di ricordi senza pari. Il vino è l'allegria e la leggerezza di spirito dei baccanali della mitologia greco-romana, ma è anche la solennità della liturgia eucaristica cristiana che lo trasforma in sangue di Cristo. E' tradizione che si tramanda da padre in figlio. Il vino si degusta per il semplice piacere di assaporarlo, ma è anche la bevanda che accompagna ed esalta i nostri piatti e diventa compagno nelle cene tra amici. In ogni occasione il vino è comunque grande protagonista dal fascino indiscusso.
Attraversando il Belpaese il viaggiatore riscontra una varietà di vitigni unica al mondo e ben lo sanno i consumatori che acquistano i nostri prodotti all’estero. Infatti l’Italia è il primo esportatore mondiale, per un fatturato di 2.750.000 euro, che rappresenta il 21% della produzione globale. Solo nel 2003 ne sono stati prodotti 45.000.000 di ettolitri dalle 800.000 aziende che lavorano nel settore. Vino è anche sinonimo di occupazione: infatti in questo ambito lavorativo sono impiegate oltre 1.200.000 persone che, grazie ad esso, possono guardare serenamente al futuro. Quindi il vino italiano è vanto del Made in Italy nel mondo, con i suoi prodotti altamente qualitativi e risorsa indiscussa del Paese.
Il vino è anche turismo. Il turismo enologico diventa, infatti, sempre più popolare.
In Italia le zone legate al turismo enologico si estendono lungo tutta la penisola.
Partendo dal Italia del Nord, nel Piemonte la coltivazione delle uve avviene in zone sia pianeggianti che montuose offrendo un panorama variegato nella produzione di vini, con le sue 40 D.O.C e le sue 7 D.O.C.G. che vanno dall’Asti al Barolo passando attraverso il Barbaresco, il Brachetto D’Aqui, il Gattinara, e il Gavi o Cortese di Gavi, ma la zona più rappresentativa della produzione vinicola piemontese, conosciuta in tutto il mondo è sicuramente la zona delle Langhe, colline ricoperte interamente da vigneti, particolarmente affascinanti nel periodo autunnale con i suoi colori caldi.
Altra regione rappresentativa del panorama vinicolo italiano è la Lombardia, le cui aree principali e più significative sono due, ovvero Franciacorta e Valtellina, da cui non a caso derivano le uniche due D.O.C.G. il Franciacorta e il Valtellina Superiore. Sono entrambe zone da visitare, in particolar modo la zona della Valtellina conosciuta per le sue famose colture a terrazza.
Parlando sempre del Nord Italia si parla anche di Veneto, regione senza alcuna D.O.C.G. ma i cui vini rappresentano un pezzo di storia e cultura nel panorama vitivinicolo italiano. Citando le varie D.O.C. si va dal Prosecco di Conegliano o Valdobbiadene al Valpolicella, dal Recioto di Soave al Bardolino, il Soave ed infine l’Amarone che insieme ad altri grandi vini italiani, tipo il Sassicaia, il Tignanello, il Solaia ed altri sono stati, e ancora oggi lo sono, i vini italiani più rappresentativi nel mondo.
Il Trentino, grande patria di vini si identifica nella Piana Rotaliana, dove il vitigno autoctono, il Teroldego, da vita a grandissimi vini, senza nulla togliere alle zone di Trento, Bolzano e la Val d’Adige con le varie D.O.C. che sono l’Alto Adige, il Caldano o Lago di Caldano, il Casteller, il Sorni e il Trentino.
Il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana con la maggiore vocazione per la produzione di vini bianchi, produzione storica, che risale indietro nei secoli. E’ stata forse la prima regione a vedere il vino non solo come alimento, ma come momento destinato al piacere. Le varie D.O.C. che contraddistinguono questa regione sono Annia, Aquileia, Carso, Collio, Grave del Friuli, Isonzo e Latisana.
L’Emilia Romagna è principalmente nota in tutto il mondo per la sua Riviera, ma è anche la patria dell’Albana di Romagna, unica D.O.C.G., prodotta sia in versione secca che passita, oltre che del Lambrusco (zona Emilia) e della Cagnina e del Sangiovese (zona Romagna), insieme ad un’altra serie di D.O.C. meno conosciute, ma non meno buone.
La Toscana insieme al Piemonte è la regione italiana più rappresentativa per quanto riguarda l’enologia italiana nel mondo, con le sue 6 D.O.C.G. e le sue 27 D.O.C.. A differenza del Piemonte dove le Langhe la fanno da padrone, qui gli itinerari enologici sono svariati e vanno dal Chianti a Montalcino, da S.Gimignano a Montepulciano, da Bolgheri alla zona del Carmignano e Scanzano ecc. dove i percorsi enologici sono inseriti in suggestivi borghi medioevali e panorami mozzafiato.
Anche l’Umbria, cuore verde d’Italia, nell’ultimo ventennio si sta facendo conoscere nel mondo per la sua produzione enologica, che vede fra i suoi principali vini l’Orvieto, il Sagrantino di Montefalco, e il Rosso di Torgiano, questi ultimi due D.O.C.G., oltre ai Colli del Trasimeno, Colli Amerini e altre D.O.C. di uguale importanza e anche qui, come per la Toscana, il tutto incorniciato in caratteristici borghi medioevali e paesaggi rigogliosi e verdeggianti.
Le Marche, regione famosa prima di tutto nel mondo per il suo artigianato calzaturiero, sta emergendo anche per quello che riguarda l’enologia, famosi vini come il Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica, il Rosso Piceno, il Falerio dei Colli Ascolani, la Vernaccia di Serrapetrona, e il Rosso Conero, ecc. Quest’ultimo vino è prodotto alle pendici del Monte Conero, 572 metri di macchia mediterannea a picco sul mare, che si infrange limpido sulle sue rocce.
ricorda Una delle produzione vinicole più antiche è sicuramente quella del Lazio, che risale ai tempi antichissimi dell’Impero Romano. Ai tempi di Enrico V già esisteva l’Est,Est,Est! il cui nome è legato ad una leggenda secondo cui un vescovo al seguito di Enrico V, si faceva precedere dal suo coppiere incaricato di selezionare le migliori cantine segnandole con un Est ( ci siamo). Questi giunto a Montefiascone decise di dedicargli un triplice segnale: Est, Est, Est! Oggi questa ridente cittadina, che per molti secoli è stata residenza estiva dei papi, arroccata su di un colle sopra al lago di Bolsena, è uno splendido borgo da visitare per la sua bellezza e per il suo vino. Senza nulla togliere a tutte le altre D.O.C. della regione Lazio, va senza dubbio menzionata la zona dei Castelli Romani, famosa per la produzione dei suoi vini bianchi resi celebri oltre la loro bontà, anche dagli stornelli in dialetto romanesco.
L’Abruzzo a differenza di altre regioni italiane, malgrado la sua estensione geografica, può contare solamente su 3 D.O.C., Controguerra, Trebbiano d’Abruzzo, e Montepulciano d’Abruzzo, questo ultimo vitigno autoctono sta in questi ultimi anni dando vita a vini di notevole spessore e qualità, grazie anche ad alcuni produttori che in un territorio ancora tanto legato a tradizioni antiche, sono riusciti a vedere in questo nobile vitigno uno strumento per far conoscere la propria regione nel mondo.
La Campania, come altre regioni già menzionate, sta emergendo nel mondo dell’enologia da breve tempo, sfruttando al meglio quelli che sono vitigni autoctoni in grado di dare vita a grandi vini tra cui il Taurasi, che insieme al Greco di Tufo e al Fiano di Avellino sono le D.O.C.G. della regione. Da menzionare anche le altre D.O.C. della regione che vanno dall’Aglianico del Taburno alla Penisola Sorrentina, fino al Vesuvio, rendendo così l’idea della varietà di terreni su cui viene coltivata la vite in questa regione con i molteplici vantaggi che si stanno scoprendo giorno dopo giorno.
La Basilicata è una piccola regione con un unico grande vino, il cosiddetto Barolo del Sud, l’Aglianico del Vulture, che per la sua struttura e la sua complessità viene paragonato al grande vino Piemontese. In questa regione è possibile visitare quelle piccole aziende ancora molto legate ad una produzione artigianale, che danno vita a questo gioiello dell’enologia italiana.
La Calabria si è affacciata da poco nel panorama enologico, per cui ancora oggi malgrado produca 12 D.O.C. e ottimi vini, è maggiormente conosciuta per le sue bellezze naturali che la rendono una delle più belle regioni d’Italia.
La Puglia fino a qualche decennio fa era più famosa per le sue uve da tavola che non per i suoi vini, poi grazie ai suoi vitigni autoctoni sono nate molte D.O.C., esattamente 24. Citando le più importanti si va dal primitivo di Monduria, allo Squinzano, dal Locorotondo al Moscato di Trani ecc, tutti vini prodotti da cantine ancora molto artigianali.
La Sicilia, terra dalle molte tradizioni, è anche la terra del Nero d’Avola e di altri famosi vini autoctoni, tra cui lo Zibibbo e l’Insolia, che danno vita a 15 D.O.C., tra cui il Moscato di Pantelleria e la Malvasia delle Lipari. Queste D.O.C. sono inserite in uno scenario affascinante fatto di un mix di culture provenienti dalle varie dominazioni, oltre che dalla spettacolarità e alla bellezza della natura selvaggia e incontaminata. La Sardegna, famosa in tutto il mondo per il suo mare stupendo e per le sue coste meravigliose, può contare su una produzione vitivinicola che gli consente di avere una D.O.C.G. che è il Vermentino di Gallura e 18 D.O.C., tra cui le più importanti sono il Cannonau di Sardegna, il Vermentino, la Vernaccia di Oristano, il Nuragus di Cagliari, il Casigliano del Sulcis ecc. Come per la Sicilia anche questi vini vengono prodotti in zone in cui la natura non è ancora stata manipolata dall’uomo, ma è ancora una natura selvaggia, in cui il mare s’infrange sulle coste granitiche creando degli scenari da incanto. Le altre regioni, Valle d’Aosta, Liguria e Molise, sono comunque produttrici di ottimi vini con itinerari vitivinicoli interessanti da visitare.
Autore: Staff con la collaborazione di Aristei Mauro
Pubblicato: 15/10/2004 Letto: 5447 volte